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Strumenti di misura dello stile repressore

La scala di misura di Weinberger è stata costruita prendendo come riferimento la Byrne Repression-Sensitization Scale (1961). Questa misura è stata dimostrata esser correlata con strumenti che misurano l’ansia di tratto, come la Taylor Manifest Anxiety Scale, la Cattel IPAT Anxiety Scale e l’Eysenck Neuroticism Scale. La scale di Byrne, identifica correttamente le persone con un’ansia elevata, ma fallisce nel discriminare le persone veramente poco ansiose da quelle che non riportano punteggi alti alla scala perché utilizzano lo stile repressore. Weinberger, Schwatz e Davidson (1979) hanno spiegato come la scala di Desiderabilità Sociale di Marlowe-Crowne (1964) potesse essere usata nel discriminare le persone veramente poco ansiose da quelle che invece reprimono l’ansia. La scala di Marlowe-Crowne è una misura standardizzata e valida nel mettere alla luce la tendenza di alcuni individui a rispondere in una maniera socialmente desiderata. Gli autori hanno proposto quindi di unire la scala di Desiderabilità Sociale di Marlowe- Crowne con la Taylor MAS, dando così origine a quattro possibili gruppi: i repressori (bassa ansia, alta desiderabilità sociale), i poco ansiosi (poca ansia, poca desiderabilità sociale), i molto ansiosi (alta ansia, bassa desiderabilità sociale) e chi mostra bassa desiderabilità sociale e bassa ansia. Attraverso compiti in cui si richiedeva di associare una serie di frasi, gli autori trovarono che i repressori avevano tempi di reazioni più lunghi, un maggior evitamento verbale di materiale di natura sessuale e aggressiva, battito del cuore accelerato e punteggi più bassi alla scala dell’ansia, rispetto al gruppo con poca ansia. Ulteriori ricerche (Weinberger, Swartz & Davidson, 1979) indicano che i quattro gruppi differivano dal modo di rispondere agli item; in particolare i repressori mostravano un deficit generale nel riconoscimento delle loro emozioni negative, rispetto ai poco ansiosi; i molto ansiosi e chi mostrava un’alta desiderabilità sociale erano invece più sensibili alle diverse emozioni (gioia, tristezza, depressione, ansia, paura). Sulla base di questi risultati Weinberger ha sviluppato il Weinberger Adjustment Inventory (1987). Tale scala misura il modo attraverso cui le persone reagiscono ai conflitti e alle situazioni stressanti, utilizzando diverse dimensioni della personalità. La prima, la sofferenza, è composta dalla sottoscala dell’ansia, della depressione, del basso benessere e dell’autostima. La seconda, l’inibizione, include il controllo degli impulsi, la soppressione dall’aggressività, la considerazione degli altri e la responsabilità. La difensività, che include la repressione e la negazione della sofferenza, compone la terza dimensione. La scala è formata da 84 item e le opzioni di risposta sono cinque; ovvero “falso”, “qualche volta falso”, “non lo so”, “vero” e “qualche volta vero” per la prima parte del questionario. Le possibili risposte alla seconda parte sono: “quasi mai”, “non spesso”, “qualche volta”, “spesso” e “quasi sempre”. Esiste inoltre la versione breve della scala di Weinberger (1996); essa è composta da 30 item, è specifica per valutare lo stile repressivo e la negazione della sofferenza e presenta buone qualità psicometriche (l’alpha di Cronbach varia da 0.78 a 0.86). Un’altra misura che ha lo scopo più preciso di valutare le strategie usate per reprimere pensieri negativi è il Thought Control Questionnaire (Wells & Davis, 1994) che compone di 30 item i quali fanno riferimento alle tecniche utilizzate dalle persone per allontanare i pensieri indesiderati. I partecipanti possono scegliere tra quattro opzioni di risposta: “mai”, “qualche volta”, “spesso” e “quasi sempre”. Lo strumento è diviso in cinque sottoscale: distrazione (ad esempio, richiamare alla mente immagini positive), strategie sociali, come informarsi dagli amici come affrontano questi pensieri, preoccupazione (ad esempio, preoccuparsi di altre cose), punizione e ri-valutazione. La scala presenta buone proprietà psicometriche (Wells & Davis, 1994).

© Stile repressore e benessere - Margherita Monti



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